IL PRIMO SEGRETO PER REALIZZARE I PROPRI SOGNI E' AVERNE...

RIENTRARE AL LAVORO O FUGGIRE SU UN'ISOLA DESERTA??!

Quante volte mi è capitato, quando ero dipendente, di ritrovarmi il lunedì con questo mood... Il solo pensiero di entrare in ufficio e di riprendere in mano i fogli con le problematiche da risolvere che avevo accuratamente imboscato i venerdì pomeriggio sotto la tastiera del pc, (facendo finta di usarli
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RIENTRARE AL LAVORO O FUGGIRE SU UN'ISOLA DESERTA??!

Quante volte mi è capitato, quando ero dipendente, di ritrovarmi il lunedì con questo mood...
Il solo pensiero di entrare in ufficio e di riprendere in mano i fogli con le problematiche da risolvere che avevo accuratamente imboscato i venerdì pomeriggio sotto la tastiera del pc, (facendo finta di usarli come supporto per digitare meglio sulla tastiera🙂), mi faceva venire il volta stomaco...
Ti sembrerà esagerato, ma ricordo ancora che spesso, prima di entrare in ufficio, mi fermavo in Santuario ad accendere un cero!
A ripensarci, adesso, mi viene davvero da sorridere...
E cosa mi faceva, invece, continuare imperterrita a restare in quel posto a fare un lavoro che ormai non mi piaceva più e che mi annoiava così tanto?
Sicuramente un grande senso di responsabilità verso il mio datore di lavoro, che credeva in me e mi lasciava molta libertà di movimento, la pigrizia per un tran tran lavorativo che comunque conoscevo molto bene e mi risultava facile, e il resto della vita che potevo avere fuori di lì (palestra, aperitivi, weekend lunghi fuori porta...) finendo alle 17.00 e lavorando a 2 km da casa.
È stato difficile per me, non lo nego, trovare il coraggio di lasciare un lavoro sicuro, vicino a casa e con colleghi con cui si condivideva anche molte altre passioni e attività extra lavorative, solo perché non avevo più stimoli e volevo fare di più.
Avevo voglia di mettermi alla prova e cimentarmi in qualcosa di più impegnativo.
A quel tempo, i miei genitori mi dissero che ero pazza e non sapevo accontentarmi e che dovevo pensare a quando avrei avuto figli e mi avrebbe fatto comodo avere un lavoro vicino e con quell'elasticità di orari...
Ma allora, a 28 anni con l'entusiasmo e la "fame di vita" che avevo, mi sentivo come un purosangue nella prateria, che scalpitava per partire!
E così feci.
E non solo quella volta.
Ogni volta che non riuscivo più ad imparare nulla e il lavoro o l'ambiente dove lavoravo cominciava a starmi stretto, iniziavo a prepararmi e a studiare per il prossimo step della mia carriera.
Con tutti i dubbi e le ansie annesse!
È stato facile?
Decisamente no🙂
Lo sarebbe stato di più, sicuramente, se avessi potuto contare sul supporto di un/una professionista che avrebbe potuto insegnarmi un metodo e degli strumenti per approcciarmi e muovermi nel mondo del lavoro in modo strategico e mirato.
E non come invece ho fatto io...una specie di gioco dell'oca dove facevo 2 passi avanti e 7 indietro!!😄
Da queste mie esperienze, però, ho capito due cose fondamentali:
➡ Il coraggio e l'entusiasmo non sempre sono sufficienti, da soli, per affrontare un cambiamento professionale che rispecchi i nostri desideri e i bisogni del momento, anche se rimangono due pilastri solidi da coltivare ed allenare, fin da piccoli, per costruire le fondamenta della nostra carriera.
➡ È sempre opportuno continuare ad alimentare la nostra "fiammella" interna con azioni pratiche e consapevoli, permettendole così di concretizzarsi e di trasformare i nostri sogni, da semplici voli pindarici a proficue e reali opportunità.
E tu cosa ne pensi? Com'è solitamente il tuo rientro al lavoro il lunedì?
Se ti fa piacere, condividilo nei commenti.
Lo leggerò molto volentieri!
Un grande abbraccio
Barbara

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